Torino, 22 – 26 aprile 2009
La Città di Torino e il Comitato Italia 150, in occasione delle celebrazioni per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia nel 2011, promuovono una serie di progetti, destinati a rinnovarsi ad anni alterni a partire dalla primavera 2009 e raccolti sotto il segno di Biennale Democrazia. Alla loro realizzazione è invitata a partecipare l’intera Città, attraverso le sue istituzioni culturali.
Tale intento nasce dalla considerazione dell’intera vicenda risorgimentale, quale unificazione nazionale non solo statal-territoriale interamente realizzata, ma anche etico-politica, ancora sempre da perseguire come compito. La via di questa seconda dimensione dell’unificazione politica è storicamente rappresentata dalla democrazia, una forma di vita politica basata sulla dotazione di diritti e doveri civili e politici uguali per tutti i cittadini, il cui esercizio deve confluire nella vita comune. Questa seconda unificazione nazionale, a differenza della prima, si è fatta largo solo a poco a poco, in mezzo a conflitti d’ogni genere, politici, sociali e bellici, nel corso delle vicende dell’Italia unita, fino a noi. E nuove divisioni, conflitti e separazioni, le condizioni della vita sociale odierna ci presentano con evidenza: polarizzazioni politiche e ideologiche difficilmente componibili, sistema informativo accentrato nelle mani di pochi e con il settore pubblico largamente condizionato dal sistema politico, sfiducia diffusa di ampi settori della società civile verso le istituzioni politico-rappresentative, differenze etniche e culturali difficilmente integrabili, distanze culturali e disuguaglianze economiche difficilmente tollerabili in una società democratica, impegnata a combattere ogni forma di esclusione e discriminazione sociali.
Torino, artefice della prima unificazione, ritiene di poter vantare un titolo e una responsabilità particolari, anche in considerazione della propria tradizione intellettuale e civile, per svolgere una parte di rilevo con riguardo a questo secondo aspetto dell’unificazione nazionale.
Come, anzi più di ogni altra forma di governo, la democrazia è sempre imperfetta rispetto ai suoi ideali ed è sempre esposta all’involuzione oligarchica, al rovesciamento demagogico delle parti e alla copertura di altre “-crazie”. In tutti questi casi, le forme della democrazia, cioè le sue procedure, vengono svuotate e rese disponibili a favore di sostanze, cioè di poteri, non democratici.
Per questo, anche quando le istituzioni della democrazia si sono affermate e i diritti democratici si sono diffusi, la democrazia vive in condizioni problematiche di insicurezza che la configurano non come un compito svolto una volta per tutte, ma sempre da svolgere e riconsiderare.
La Biennale Democrazia mira, nella misura del possibile, a colmare un vuoto che deriva da una percezione infondata dei caratteri della democrazia stessa, come forma di governo di cui tutti i popoli sarebbero capaci spontaneamente, cioè in ottemperanza a impulsi naturali. Di fronte alle sfide e alle crisi della democrazia, si risponde spesso con la richiesta di “più democrazia”, e non anche di “migliore democrazia”, cioè di una partecipazione ai problemi comuni più larga, più consapevole, più informata e più responsabile, soprattutto nel momento in cui la comunità nazionale si trova ad affrontare le sfide portate, in misura crescente, dal multiculturalismo e dalla forza della tecnologia, cioè dalla convivenza di esseri umani appartenenti a tradizioni culturali diverse e dalla sfida che lo sviluppo della tecnica, come dimensione totalizzante delle società sviluppate del nostro tempo, muove alla stessa natura politica della umana convivenza.
La Biennale Democrazia non è dunque solo un modo di rievocare e celebrare retrospettivamente uno degli aspetti più importanti della vicenda dell’Italia unita. Vuole essere soprattutto uno strumento per la formazione e la diffusione di una cultura della democrazia che si traduca in pratica democratica, all’altezza dei problemi del momento presente. Essa concentrerà le sue iniziative in una triplice attività di diffusione e approfondimento dell’etica democratica: come habitus dei cittadini, come rispetto delle regole comuni e come consapevolezza dei caratteri della democrazia, quale ideale politico.
Le iniziative di cui ai punti indicati, pratiche e teoriche, saranno integrate. In particolare, quelle da svolgersi nelle scuole e in luoghi di esperienze concrete dovranno avere anche un valore propedeutico a quelle di tipo teorico; ma anche il contrario: la trattazione dei temi della democrazia in teoria potrà avere ricadute nella dimensione pratica.
Questo programma si svilupperà negli anni. Con cadenza biennale, a iniziare dall’aprile del 2009, si concentreranno le iniziative “visibili”, di maggiore richiamo e coinvolgimento sociale; ma il periodo di tempo intermedio non sarà un tempo passivo e muto, poiché sarà dedicato a promuovere esperienze e riflessioni diffuse capillarmente nel tessuto della città e della regione, così come una teoria e una pratica democratiche richiedono.
Gustavo Zagrebelsky
Presidente Biennale Democrazia
sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica